PIÚ DI TUTTO HO SEMPRE TEMUTO

di Natan Zach Piú di tutto ho sempre temuto il vocío degli uccelli nudi sul sommo degli alberi nel gelo. Al pensiero della migrazione mi si rizzavano d’orrore i capelli. L’avvicendarsi delle stagioni mi consegnava alla stagione torturante del cuore. Un occhio di donna – una promessa quale non s’è mai realizzata, dolce piú di ogni promessa.… Continua a leggere PIÚ DI TUTTO HO SEMPRE TEMUTO

ANIMA MIA

Anima mia chiudi gli occhi piano piano e come s’affonda nell’acqua immergiti nel sonno nuda e vestita di bianco il più bello dei sogni ti accoglierà   anima mia chiudi gli occhi piano piano abbandonati come nell’arco delle mie braccia nel tuo sonno non dimenticarmi chiudi gli occhi pian piano i tuoi occhi marroni dove… Continua a leggere ANIMA MIA

DIARIO DEL PRIMO AMORE

(…) Ieri dopo liberatomi dal peso dei versi, quegli affetti non mi parvero né così deboli né così vicini a lasciarmi come m’erano paruti la mattina, in ispecie quella dolorosa ricordanza spesso accompagnata da quell’incerto scontento e dispiacere o dubbio di non aver forse goduto bastantemente, che fu il primo sintoma della mia malattia, e… Continua a leggere DIARIO DEL PRIMO AMORE

‘UOMO DEL MIO TEMPO’ DI SALVATORE QUASIMODO

Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso… Continua a leggere ‘UOMO DEL MIO TEMPO’ DI SALVATORE QUASIMODO

ANTONIO DE CURTIS – ‘A LIVELLA

Ogn’anno, il due novembre, c’é l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero. Ogn’anno,puntualmente,in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch’io ci vado,e con dei fiori adorno il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza. St’anno m’é capitato ‘navventura… dopo di aver compiuto il triste omaggio.… Continua a leggere ANTONIO DE CURTIS – ‘A LIVELLA

‘PER QUANTO STA IN TE’ DI KAVAFIS

E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente con troppe parole e in un viavai frenetico.   Non sciuparla portandola in giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti sino a farne una stucchevole estranea.

Scrivere un curriculum di Wislawa Szymborska

Che cos’e’ necessario? E’ necessario scrivere una domanda, e alla domanda allegare il curriculum. A prescindere da quanto si e’ vissuto e’ bene che il curriculum sia breve. E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti. Cambiare paesaggi in indirizzi e malcerti ricordi in date fisse. Di tutti gli amori basta quello coniugale, e dei bambini… Continua a leggere Scrivere un curriculum di Wislawa Szymborska

RITRATTO DI DONNA di Wisława Szymborska

Deve essere a scelta. Cambiare, purché niente cambi. È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena. Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi, neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime. Dorme con lui come la prima venuta, l’unica al mondo. Gli darà quattro figli, nessuno, uno. Ingenua, ma è un’ottima consigliera. Debole, ma… Continua a leggere RITRATTO DI DONNA di Wisława Szymborska

CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA di GIACOMO LEOPARDI

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli? Somiglia alla tua vita La vita del pastore. Sorge in sul… Continua a leggere CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA di GIACOMO LEOPARDI

QUANDO L’ULTIMO ALBERO SARA’ ABBATTUTO

Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro. La nostra terra vale più del vostro denaro. E durerà per sempre. Non verrà distrutta neppure dalle fiamme del fuoco. Finchè il sole splenderà e l’acqua scorrerà, darà vita a uomini e animali. Non… Continua a leggere QUANDO L’ULTIMO ALBERO SARA’ ABBATTUTO

E VENNE DA NOI UN ADOLESCENTE

E venne da noi un adolescente dagli occhi trasparenti e dalle labbra carnose, alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli. Non disse una sola parola nè fece gesto alcuno: questo suo silenzio e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha… Continua a leggere E VENNE DA NOI UN ADOLESCENTE

TRE VOLTE PAZZO

Lo so, sono due volte pazzo perché amo e perché lo dico in dolenti versi. Ma dov’è il saggio che non vorrebbe essere me, se lei non si negasse? Profondi nella terra tortuosi percorsi angusti purificano l’acqua di mare dei corrosivi sali, cosi pensavo, avrei alleggerito le mie pene portandole attraverso il tormento delle rime.… Continua a leggere TRE VOLTE PAZZO

DOVREI PARAGONARTI AD UN GIORNO D’ ESTATE?

Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate? Tu sei ben più raggiante e mite: venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio e il corso dell’estate ha vita troppo breve: talvolta troppo cocente splende l’occhio del cielo e spesso il suo volto d’oro si rabbuia e ogni bello talvolta da beltà si stacca, spoglio dal caso… Continua a leggere DOVREI PARAGONARTI AD UN GIORNO D’ ESTATE?

PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie 
del bosco non odo 
parole che dici 
umane; ma odo
 parole più nuove
 che parlano gocciole e foglie 
lontane. 
Ascolta. Piove 
dalle nuvole sparse. 
Piove su le tamerici
 salmastre ed arse, 
piove su i pini
 scagliosi ed irti, 
piove su i mirti
 divini, 
su le ginestre fulgenti
 di fiori accolti, 
su… Continua a leggere PIOGGIA NEL PINETO

ERANO I CAPEI D’ ORO A L’ AURA SPARSI

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che ‘n mille dolci nodi gli avvolger, 
e ‘l vago lume oltra misura ardea
 di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi; 

e ‘l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi pare: 
i’ che l’esca amorosa al petto aver, 
qual meraviglia se… Continua a leggere ERANO I CAPEI D’ ORO A L’ AURA SPARSI

IL CINQUE MAGGIO di ALESSANDRO MANZONI

Alla notizia della morte di Napoleone Bonaparte, il cinque maggio del 1821 Alessandro Manzoni scrisse quasi di getto un’ode per commemorare “quell’ uom fatale”, grande e unico nella storia. Dopo averne tracciato le epiche imprese,  Manzoni nella seconda parte del componimento si sofferma sull’ aspetto umano dei suoi ultimi giorni di vita, lasciando ai posteri… Continua a leggere IL CINQUE MAGGIO di ALESSANDRO MANZONI

DOMANDE DI UN LETTORE OPERAIO

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?
 Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
 Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra? 
Babilonia, distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò? In quale case
 di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
 Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia, 
i muratori?… Continua a leggere DOMANDE DI UN LETTORE OPERAIO

SENSAZIONE

Le sere azzurre d’estate, andrò per i sentieri, Punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina: Trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi. Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo. Non parlerò, non penserò a niente: Ma l’amore infinito mi salirà nell’anima, E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro, Nella Natura, – felice… Continua a leggere SENSAZIONE

HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella… Continua a leggere HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE

LA RESISTENZA E LA SUA LUCE

Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile: fu stile tutta luce, memorabile coscienza di sole. Non poté mai sfiorire, neanche per un istante, neanche quando l’Europa tremò nella più morta vigilia. Fuggimmo con le masserizie su un carro da Casarsa a un villaggio perduto tra rogge e viti: ed era… Continua a leggere LA RESISTENZA E LA SUA LUCE

PASSERO’ PER PIAZZA DI SPAGNA

Il 21 aprile del 753 a.C. secondo la leggenda tramandataci dagli storici antichi, Romolo fondò Roma, la città del fiume, destinata a divenire capitale di un Impero tanto vasto quanto glorioso. Nel giorno del compleanno di Roma vogliamo proporre la lettura della poesia di Cesare Pavese “ Passerò per piazza di Spagna” nella quale ci… Continua a leggere PASSERO’ PER PIAZZA DI SPAGNA

RESURREZIONE

E’ risorto: il capo santo più non posa nel sudario è risorto: dall’un canto dell’avello solitario sta il coperchio rovesciato: come un forte inebbriato, il Signor si risvegliò Era l’alba; e molli il viso Maddalena e l’altre donne fean lamento in su l’Ucciso; ecco tutta di Sionne si commosse la pendice e la scolta insultatrice… Continua a leggere RESURREZIONE

LA FELICITA’

Felicità…parola complicata, ma da tutti ricercata, che cos’è la felicità? e chissà quando arriverà? Io la cerco continuamente, della gente è nella mente! stato d’animo o sensazione, sempre trasmette un’emozione. Ti avvolge nei momenti meno aspettati, e riesce a renderli colorati, ma la certezza della felicità nessuno ce la darà ! Ed è per questo,… Continua a leggere LA FELICITA’

RONDÒ

Come sorga la luna da le cime selvose e grave su le cose sia l’oblio de la luna, amica, tu verrai furtiva ne ’l verziere. Hanno i consci rosai ombre profonde e nere. O amica, senz’alcuna tema verrai: le rose avran latébre ascose per lor sorella bruna, come sorga la luna. Gabriele D’annunzio

HO SCELTO TE

Nel silenzio della notte, io ho scelto te. Nello splendore del firmamento, io ho scelto te. Nell’incanto dell’aurora, io ho scelto te. Nelle bufere più tormentose, io ho scelto te. Nell’arsura più arida, io ho scelto te.   Nella buona e nella cattiva sorte, io ho scelto te. Nella gioia e nel dolore, io ho… Continua a leggere HO SCELTO TE

SE AVESSI

Se avessi il drappo ricamato del cielo, intessuto dell’oro e dell’argento e della luce, i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte dai mezzi colori dell’alba e del tramonto, stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi: invece, essendo povero, ho soltanto sogni; e i miei sogni ho steso sotto i tuoi… Continua a leggere SE AVESSI

URLO E KADDISH

Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare… Continua a leggere URLO E KADDISH

GOAL

Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla- unita ebrezza – per trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano… Continua a leggere GOAL

MIA CARA

Mia cara, nel bel mezzo dell’odio ho scoperto che vi era in me un invincibile amore. Nel bel mezzo delle lacrime ho scoperto che vi era in me un invincibile sorriso. Nel bel mezzo del caos ho scoperto che vi era in me un’ invincibile tranquillità. Ho compreso, infine, che nel bel mezzo dell’inverno, ho… Continua a leggere MIA CARA

A COLORO CHE VERRANNO

Davvero, vivo in tempi bui! La parola innocente è stolta. Una fronte distesa vuol dire insensibilità. Chi ride, la notizia atroce non l’ha saputa ancora.   Quali tempi sono questi, quando discorrere d’alberi è quasi un delitto, perchè su troppe stragi comporta silenzio! E l’uomo che ora traversa tranquillo la via mai più potranno raggiungerlo… Continua a leggere A COLORO CHE VERRANNO

VERRA’ LA MORTE E AVRA’ I TUOI OCCHI

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza,… Continua a leggere VERRA’ LA MORTE E AVRA’ I TUOI OCCHI

IL CIELO E’ BASSO

Il cielo è basso , le nuvole a mezz’aria, un fiocco di neve vagabondo fra scavalcare una tettoia o una viottola non sa decidersi . Un vento meschino tutto il giorno si lagna di come qualcuno l’ha trattato; la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere senza il suo diadema.   Emily Dickinson

PER CONSEGNARE ALLA MORTE UNA GOCCIA DI SPLENDORE

…”Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità, di verità Per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio e seminò il suo passaggio di gelosie… Continua a leggere PER CONSEGNARE ALLA MORTE UNA GOCCIA DI SPLENDORE

LA DILIGENZA DI CAPODANNO

Mezzanotte suonò sopra il villaggio nella placida piazza solitaria… le ore sobbalzano nell’aria per la tacita volta senza raggio; recava da lontano, intanto il vento come un tintinnio garrulo d’argento, e pel villaggio solitario; errare un trotto di cavali si sentì; un cavallo vicino, ecco nitrì il gabellier si sporse per guardare; qualche finestra ancor… Continua a leggere LA DILIGENZA DI CAPODANNO

GENEROSO NATALE

Oh, generoso Natale di sempre! Un mitico bambino che viene qui nel mondo e allarga le braccia per il nostro dolore. Non crescere, bambino, generoso poeta che un giorno tutti chiameranno Gesù. Per ora sei soltanto un magico bambino che ride della vita e non sa mentire.   Alda Merini

NON INNAMORARTI DI UNA DONNA CHE LEGGE

Non innamorarti di una donna che legge, di una donna che sente troppo, di una donna che scrive. Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza. Non innamorarti di una donna che pensa, che sa di sapere e che, inoltre, è capace di volare, di una donna che ha fede in se stessa. Non… Continua a leggere NON INNAMORARTI DI UNA DONNA CHE LEGGE

O CAPITANO! MIO CAPITANO!

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito, La nave ha superato ogni tempesta, l’ambito premio è vinto, Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante, Gli occhi seguono la solida chiglia, l’audace e altero vascello; Ma o cuore! cuore! cuore! O rosse gocce sanguinanti sul ponte Dove è disteso… Continua a leggere O CAPITANO! MIO CAPITANO!

BARBARA

Ricordati Barbara Pioveva senza tregua quel giorno su Brest E tu camminavi sorridente Raggiante rapita grondante, sotto la pioggia Ricordati Barbara Pioveva senza tregua su Brest E t’ho incontrata in rue de Siam E tu sorridevi, e sorridevo anche io Ricordati Barbara Tu che io non conoscevo Tu che non mi conoscevi Ricordati, ricordati comunque… Continua a leggere BARBARA

TUTTE LE LETTERE D’AMORE

Tutte le lettere d’amore sono ridicole. Non sarebbero lettere d’amore se non fossero ridicole. Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore, come le altre, ridicole. Le lettere d’amore, se c’è l’amore, devono essere ridicole. Ma dopotutto solo coloro che non hanno mai scritto lettere d’amore sono ridicoli. Magari fosse ancora il tempo in cui… Continua a leggere TUTTE LE LETTERE D’AMORE

A M.

Quella notte che tu non venisti io non mi addormentai ma andai più volte sulla porta e pioveva, e di nuovo rientrai. Non lo sapevo allora: ora invece lo so: quella notte era già come quelle altre notti che non venisti più e io non dormivo e già quasi non aspettavo più ma andavo spesso… Continua a leggere A M.

ASCOLTA COME MI BATTE FORTE IL TUO CUORE

Poteva accadere. Doveva accadere. È accaduto prima. Dopo. Più vicino. Più lontano. E’accaduto non a te. Ti sei salvato perché eri il primo. Ti sei salvato perché eri l’ultimo. Perché da solo. Perché la gente. Perché a sinistra. Perché a destra. Perché la pioggia. Perché un’ombra. Perché splendeva il sole. Per fortuna là c’era un… Continua a leggere ASCOLTA COME MI BATTE FORTE IL TUO CUORE

SAN MARTINO

La nebbia a gl’irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar. Gira su’ ceppi accesi lo spiedo scoppiettando sta il cacciator fischiando su l’uscio a rimirar tra le rossastre nubi stormi d’uccelli… Continua a leggere SAN MARTINO

DALLE BRACCIA DI UN AMORE

Dalle braccia di un amore nelle braccia di un altro m’ha salvato dal morire sulla croce una signora che fuma marijuana e scrive canzoni e storie, ed è molto più gentile dell’ultima, molto molto più gentile, e a letto è altrettanto brava o addirittura migliore. non è piacevole essere messi in croce e lasciati là,… Continua a leggere DALLE BRACCIA DI UN AMORE

TOTO’ RECITA ‘A LIVELLA – LA MORTE CI RENDE TUTTI UGUALI

‘A LIVELLA di Antonio de Curtis – Totò Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll’adda fa’ chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero. Ogn’anno puntualmente, in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch’io ci vado, e con i fiori adorno il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza… Continua a leggere TOTO’ RECITA ‘A LIVELLA – LA MORTE CI RENDE TUTTI UGUALI

RITORNIAMO AI GIORNI DEL RISCHIO

Siamo composti con brani di morti uguali a città rifatte da macerie di secoli. Allora al comune bivacco eravamo tutti disperati e volevamo morire per sentirci più vivi. Non questo certo era l’augurio! La nuova parola è stata uccisa Dal piombo sulle bocche squarciate. Una mediazione invocavano morendo tra l’avvenimento grande e la sorte di… Continua a leggere RITORNIAMO AI GIORNI DEL RISCHIO

AUTUNNO

Autunno. Già lo sentimmo venire nel vento d’agosto, nelle pioggie di settembre torrenziali e piangenti e un brivido percorse la terra che ora, nuda e triste, accoglie un sole smarrito. Ora passa e declina, in quest’autunno che incede con lentezza indicibile, il miglior tempo della nostra vita e lungamente ci dice addio. Vincenzo Cardarelli (Foto… Continua a leggere AUTUNNO

LETTERA D’AMORE A DARIO

Sono nata nel 1929. Quando ero piccola, sette, otto anni, mi veniva in testa un pensiero che mi esaltava: morire. Quando morirò? Com’è quando si muore? Come mi vestirò da morta? Forse mamma mi metterà quel bel vestito che m’ha cucito lei di taffetà lilla pallido orlato da un bordino di pizzo d’oro. “Sembri un… Continua a leggere LETTERA D’AMORE A DARIO

AI MIEI FIGLI

Angosciosa tristezza… Oggi. Fame Guerra Disarmonia dell’anima Bisogni insoluti   Non per puro egoismo vi ho creati… …ma desiderati.   Ed oggi…più nulla c’è che possa offrirvi, se non me stessa. Se non la mia profonda angoscia, alimentata da altrettanto amore. Puro amore, di madre che vede il mondo intorno a sé disintegrarsi. Puro terrore,… Continua a leggere AI MIEI FIGLI

CANTICO DELLE CREATURE

Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu… Continua a leggere CANTICO DELLE CREATURE

DOLCISSIMO

Dolcissimo è rimanere e guardare nella immobilità sovrana la bellezza di una parete dove il filo della luce e la lampada esistono da sempre a garantire la loro permanenza. (Patrizia Cavalli)