IL SANTO DEL GIORNO – S. ANTONIO ABATE

Oggi la chiesa fa memoria di un santo particolarmente caro alla tradizione della città di Sora, S. Antonio Abate, uno dei più illustri eremiti della storia. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, orfano di genitori, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Nel corso della sua vita, si adoperò pure per fortificare la Chiesa, sostenendo i confessori della fede durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, e appoggiò sant’Atanasio nella lotta contro gli ariani. Tanti furono i suoi discepoli da essere chiamato padre dei monaci. Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore.

A causa delle restrizioni dovute al Covid-19, nella piccola chiesa che sovrasta Canceglie non sono previste le consuete celebrazioni, ma l’edificio sacro è comunque aperto alle visite, fino alle 13 in mattinata e dalle 15 alle 17 nel pomeriggio. Alle 15, sul sagrato, la tradizionale benedizione degli animali. Tante le curiosità e le tradizioni legate al territorio ed al culto del santo. Tra queste, diffusa soprattutto nelle campagne, dove nel periodo di gennaio in ogni casa si praticava l’uccisione dei maiali, il 17 gennaio non venivano effettuate per rispetto del Santo protettore degli animali; inoltre non venivano impiegati gli animali da lavoro, come muli, cavalli o mucche, lasciati a riposo nelle stalle.

La chiesa ogni anno ridona ai fedeli un po’ dell’antico splendore, grazie alla solerte opera del comitato che la custodisce e grazie alle offerte dei fedeli che contribuiscono all’esecuzione dei lavori di restauro. Per chi oggi ha avuto o avrà la possibilità di salire fin lassù, ripercorrendo le antiche stradine e scalinate del centro storico, l’interno ha rivelato nuovi splendori, con i due altari laterali e le colonne restaurati. Con una particolare attenzione, grazie alla direzione della soprintendenza, si stanno riportando alla luce alcuni tratti delle antiche pitture risalenti all’800, che erano state ricoperte da lavori successivi, come l’oro dei fregi delle colonne che circondano l’altare maggiore. Probabilmente l’interno dell’edificio era caratterizzato da colori piuttosto forti, nei toni dal blu al verde, a differenza dei decori degli altari (il maggiore, tra i più belli di Sora, è di scuola napoletana) caratterizzati da colori pastello.