SORA – ISOLA LIRI VISTA DA UN TIFOSO: “COSA PROVA UN SORANO VERACE DURANTE IL DERBY?”

Cosa prova un sorano verace durante il derby del Liri?

E’ questa la domanda che si è posta, alla vigilia del vittorioso derby contro L’Isola del Liri, una giovane tifosa del Sora, una non Sorana che da qualche tempo si è accostata alla realtà del Sora e di Sora. Ebbene, per questa volta, vorrei descrivere le emozioni della partita attraverso le parole di questa tifosa acquisita, che credo abbia colto appieno lo spirito del derby, ma anche della Soranità ostinata che alberga, per fortuna, in ancora molti di noi. Le sue parole offrono uno spunto di riflessione importante e dovrebbero far capire a tutti, ma proprio a tutti, che il Sora Calcio è un patrimonio che questa città non deve assolutamente perdere! Buona lettura!

«Cosa prova un sorano “verace” durante il derby del Liri?

Me lo sono chiesta tante volte, ma soltanto ieri sono riuscita a capirlo davvero. Ho visto negli occhi dei tifosi (quelli veri) la voglia di combattere, di soffrire, di vincere ed ho sentito la tensione e l’adrenalina salire all’inverosimile tra commenti, imprecazioni e battibecchi ed ho continuato a chiedermi perché una partita potesse significare tanto. Al di là della categoria e della classifica, il derby riaccende l’acerrima e storica rivalità con i cugini isolani che rende incandescente gli animi e rende quel match LA partita, l’evento a cui un sorano doc non può mancare.

Ok, non sono sorana, ma da qualche anno frequento la curva ed ho imparato ad apprezzare la spontaneità e la generosità di quei ragazzi che, della loro fede calcistica, hanno fatto una ragione di vita. Domenica, il tifo è stato superlativo, novanta (e più) minuti di cori, di bandiere e striscioni al vento ed emozioni difficili da descrivere. Ad onor del vero devo anche ammettere che questa non è la prima volta che mi avvicino ad una realtà calcistica, ma mai (anche quando mi sono trovata tra i tifosi di una squadra che milita in categorie superiori rispetto al Sora) mi sono sentita tanto coinvolta (anzi quasi travolta) da una passione così intensa.

Domenica il derby si è tinto di bianconero (in campo e sugli spalti), regalando una giornata memorabile a chi quella maglia la tifa, la onora e la segue ogni domenica anche quando le circostanze lasciano poco spazio all’allegria. E proprio ieri, mentre uscivo dallo stadio, mi è capitato di incrociare uno dei fedelissimi ultras al quale ho chiesto (in modo, forse, un po’ ingenuo e retorico) se fosse felice per il risultato e lui mi ha prontamente risposto “Lo sono oggi come TUTTE le altre domeniche perché quello che conta è esserci sempre e comunque!”. Questa è mentalità signori miei, questa è la più grande lezione che potessi ricevere ieri.

Come detto non sono sorana eppure mi sento più sorana di tante altre sorane (scusate il bisticcio di parole) che snobbano la squadra e che la domenica preferiscono andare a passeggio piuttosto che andare a vedere la partita. Umilmente dico grazie a chi mi ha accolto e mi fa sentire parte di una realtà che rispetto e dalla quale ho solo da imparare.

Complimenti a voi, questa vittoria è soprattutto la vostra!

Naturalmente un plauso va all’allenatore e ai calciatori per l’encomiabile impegno e l’ottimo risultato raggiunto ieri, ma chapeau a voi che siete sempre i migliori.

Ad maiora semper»