PONTI, ELEZIONI, CANOE E SALVAGENTI

In principio, fu un ponte.
Un ponte unisce due sponde, consente di superare un ostacolo, permette di incontrarsi.
Finché non crolla.
Se volessimo leggere nei segni come se fossimo un chiaroveggente, potremmo dire che il ponte di San Domenico sprofondato su stesso alcuni mesi fa, è stato l’emblema premonitore di un’amministrazione comunale che, mai veramente solida, ha iniziato a traballare prima e a cadere e de-cadere poi.

Eh sì, perché, di lì a poco, è scoppiata la crisi politico-amministrativa, durata tutto il tempo dell’estate. Un tra un tira e molla tra Nuovo Centro Destra e Forza Italia, in cui, tra lo stupore e l’indignazione generale, l’ha spuntata il Sindaco, che ha goduto della zeppa del consigliere comunale del Pd, Enzo Petricca, il quale, come se nulla fosse, è appunto passato da una sponda all’altra, degli scranni municipali, ovviamente.
Salvataggio compiuto? Eh no! Perché, neanche il tempo di imbastire la neo maggioranza che, ecco l’appuntamento delle elezioni provinciali, giunte giusto in tempo a rovinare il banchetto dei festeggiamenti, atteso che, in barba alle cene, cenette ed incontri più o meno avvenuti alla luce del sole, il Sindaco, inizialmente dato in quota addirittura per la vice Presidenza dell’ente di Piazza Gramsci, si è visto scalzato dai suoi stessi uomini. Una detronizzazione bella e buona. A conti fatti, gli sono venuti a mancare ben tre – oh, tre! – voti che erano o avrebbero dovuto essere sicuramente i suoi, quelli di coloro i quali, in aula consiliare, siedono alla sua destra.
La sua stessa maggioranza, appena ricucita, lo ha tradito. Tuoni, fulmini e saette, in seno alla maggioranza che ufficialmente tace, ma, sotto sotto, cova malumori e malesseri o, più semplicemente, la mai sopita voglia di chi, a turno, approfitta dell’occasione giusta per contare di più e…mercanteggiare.

Sicchè, a voler continuare a parlare per immagini, il Sindaco, ora, si ritrova su una canoa – nel Liri da lui reso navigabile – sotto un ponte crollato, con la stagione delle piogge che pericolosamente minaccia la tenuta idro-geologica – e non solo – della nostra città. Resta solo un ponte sprofondato, in balia delle acque, a ridosso della stagione autunnale. Tutto intorno, una desolazione infinita.
E, se tanto mi dà tanto e si guarda ai disastri di Genova e Parma, allora, c’è da avere paura. Questa volta, non basterà un salvagente. A nessuno.