Politica, antipolitica e rottamazione

Altro giro, altra ruota. In attesa di sapere quando si andrà a votare, quanti consiglieri regionali si dovranno eleggere – 50 piuttosto che 70 – con turno abbinato alle elezioni politiche oppure no, si assiste già – a Sora come nell’intero Paese – alle prime schermaglie, testate su nomi, velleità o, magari, grazie ricevute. Di certo, la battaglia sarà molto più dura per tutti se si decreterà la contrazione della rappresentanza, in ragione della spending review.

Tutto, però, viaggia intorno a quel sentimento dell’antipolitica proliferato nell’opinione pubblica, a seguito di comportamenti finiti al vaglio dell’autorità giudiziaria. Ed è chiaro che le responsabilità, ancorché avere nomi e cognomi, sono addebitabili, più che alle persone, ad un sistema – questo sì – da rottamare. Stravolgere e sostituire i meccanismi che, fino ad ora, hanno creato le condizioni ideali per distorcere il legittimo utilizzo delle risorse pubbliche e consentito a certi personaggi di comportarsi come dei ras è sfida ben più complicata che fare lo slalom tra candidati papabili.

Ebbene sì, perché qui non si tratta di essere troppo giovani o troppo vecchi, con tanta, poca o zero esperienza politico – amministrativa, né di poter contare o meno su posizioni di forza perché rappresentati dallo sponsor di turno. E neanche è questione di fare affidamento su successi elettorali passati, più o meno recenti.

Qui si tratta di cambiare testa, approcciarsi all’impegno politico e rappresentativo con mero spirito di servizio, guadagnarsi il consenso perché si hanno capacità, idee e progetti, perché si ha rispetto del cittadino e della comunità, senza neanche farsi sfiorare dalla tentazione di legare a sé l’elettore – magari con una banconota da cento euro, piuttosto che con una bolletta saldata –  a guisa del rapporto feudale che sussisteva, più di mille anni fa, tra vassallo e valvassore. Perché significa mercificare il consenso. Stabilire che quel voto vale tot, quella persona vale un tanto. Ma la fiducia può avere un valore monetizzabile? Se la risposta è sì, allora, dopo, non possiamo scandalizzarci di come viene considerato colui che quella fiducia l’ha valutata e pagata, in spregio delle più elementari regole etiche ed ammettendo a se stesso che non aveva altri mezzi per farsi notare (ho detto notare, non votare, che sarebbe anche peggio!)

L’antipolitica non è un corpo estraneo alla politica, ma è nella politica stessa, come una cellula malata, che ha le potenzialità di svilupparsi e fagocitare le risorse destinate alla crescita delle cellule sane. Allora, che il sistema va curato, protetto, immunizzato. Il sistema come le persone.

Probabilmente, ci può venire in soccorso il pensiero di un ineguagliabile. Albert Einstein sosteneva che: “I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati”. Ecco, allora, magari, sforziamoci – tutti – di andare oltre.

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