MINORI – PREVENIRE E SANARE

“Prevenire e sanare” sono due parole chiave per la tutela dei minori, a spiegarlo è stata la dott.ssa Vittoria Lugli, referente diocesana e coordinatrice regionale del Lazio per la tutela dei minori, che martedì 5 aprile ha esposto l’interessante quadro della situazione famiglie-minori. Nel mattino, presso il complesso parrocchiale S. Carlo in Isola del Liri, ha parlato al clero diocesano della diocesi di Sora-Cassino, nel pomeriggio, alle ore 17, si è dedicata a tutte le religiose e laici impegnati come operatori pastorali, presso la Sala degli Abati – Curia vescovile di Cassino.

La tematica: “La tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa”. Esperta di famiglie, coppie e dinamiche intrafamiliari, la dott.ssa Lugli ha nel suo curriculum anni di collaborazione con l’Aeronautica militare italiana. Per questo sente come una missione, in qualità di psicoterapeuta, donna, madre e cristiana, dare strumenti educativi nuovi e diversi anche alla Chiesa.

Così si è espressa la dott.ssa Lugli: «I servizi, diocesano e nazionale, rappresentano la grande attenzione da parte della Chiesa e di Papa Francesco ai minori e alle famiglie. Vogliamo dire che ci siamo per chiedere perdono, ascoltare, indirizzare e sanare anche le ferite. Questo non è un tribunale ma è un accompagnamento, perché la giustizia deve comunque seguire il suo percorso: laddove non c’è sanzione non c’è neanche reale riconoscimento del reato».

Fondamentale è la prevenzione, ma non basta, serve una formazione e attenzione continua: in un ambiente che previene bisogna anzitutto riconoscere il disagio e capire gli squilibri familiari o del singolo soggetto che è stato vittima di logiche scorrette, poi magari anche di traumi più o meno violenti. Solo in un secondo momento, dove l’approccio è stato eseguito con professionalità e sensibilità, possiamo passare ad una vera e propria sanatoria.

«Dove c’è degrado ambientale spesso c’è anche degrado comportamentale». Quello che viene proposto è «un approccio agli abusi di tipo sistemico». Non basta «la buona volontà, serve una preparazione idonea degli operatori – ribadisce la responsabile – deve passare l’idea che la tutela del minore appartiene a tutta la comunità». In poche parole «tutta la parrocchia è responsabile dei minori che le sono affidati», come si legge anche nel sussidio Cei sulle “Buone prassi” curato da don Gianluca Marchetti e don Francesco Airoldi, del Servizio nazionale. Nel volume, una serie di regole e raccomandazioni, anche dettagliate, su come gestire determinate attività affinché i più piccoli possano sempre sentirsi al sicuro e un eventuale “orco” sia neutralizzato a priori. «Essere sempre visibili agli altri operatori pastorali o comunque ad altri adulti quando si svolge qualche attività con i minori».

In conclusione si faccia particolare attenzione agli oratori estivi o attività sportive ospitate negli spazi parrocchiali, ogni luogo, al chiuso o all’aperto, rischia di essere un “luogo oscuro”.  Informare le famiglie delle attività che vengono proposte e delle relative modalità organizzative ottenendo le opportune autorizzazioni.