Lo sapevate che… fu un cuoco marchigiano a portare i pomodori sulle tavole

Lo sapevate che… L’uso dei pomodori in cucina è attribuito a un cuoco marchigiano del ‘600, che per primo sperimentò le r che si inventò le prime ricette a base di questi ortaggi, che inizialmente, dopo la loro introduzione in Europa, erano considerati addirittura velenosi. Oggi molto apprezzati per le proprietà benefiche e il prezzo basso, i pomodori erano infatti considerati “velenosi” o, tutt’al più, un cibo da “poveracci”.

Giunti nel XVI secolo dal Nuovo Mondo, erano utilizzati soprattutto come pianta ornamentale, almeno fino a quando non giunse il cuoco Antonio Latini (1642-1696) a “sdoganarli”, facendone apprezzare il dolce sapore ai napoletani e poi al resto del mondo (e altrettanto il cuoco seppe fare nel frattempo anche con i peperoni).

La diffusione dei pomodori, considerati la base principale di tante ricette della tradizione culinaria italiana, è attribuita dunque a Latini,, marchigiano trapiantato a Napoli, che elaborò alcune delle prime ricette a base di pomodoro, a partire dalla famosissima “salsa”, decretando così il “battesimo” dell’uso culinario di questo ortaggio. Il primo sugo di cui si ha traccia è la “Salsa di Pomadoro, alla Spagnuola” nel libro di Latini del 1694, Lo scalco alla moderna, overo l’arte di ben disporre i conviti, con le regole più scelte di scalcheria (la tecnica di scalcare le carni). La preparazione era ottenuta mescolando pomodoro alla brace spellato, con cipolla, timo o maggiorana e aceto.

Fonte: Focus

Foto d’archivio