Lettera aperta alla istituzioni di Rodolfo Damiani

Non c’è dubbio che la nostra credibilità  dopo il fatto vergognoso dei Marò , è prossima  a quella dell’8 settembre .

 Sapete quell’otto settembre del 43, l’Armistizio, quando riuscimmo ad essere alleati dei tedeschi e cobelligeranti con gli alleati, quando per indicare una azione riprovevole al massimo si diceva “To Badogliate”, quando il re fuggì lasciando i soldati senza ordini in balia del nemico, di cui prima eravamo amici.

I Marò sono in missione antipirateria  accusati di assassinio dopo che la nave italiana è stata fatta entrare in un porto industano con l’inganno: il Governo Italiano non ha alcuna reazione di contenuto; gli industani non ci permettono di partecipare alle prove balistiche e alle altre prove tecniche, accettiamo timidamente la procedura , i cui risultati ci vengono a lungo centellinati; il processo viene rimandato sine die, ovviamente Staff De Mistura si dice soddisfatto e ostenta sicurezza.

Inizia la farsa crudele di Attilio Regolo del 3000, nessuno capisce che ci stanno sottoponendo alla tecnica dell’elastico e ci stanno umiliando .

Ma le elezioni e la tutela dei privilegi della nostra classe politica sono più importanti dell’onore e dei Soldati

Sembra che qualcuno capisca il baratro in cui stiamo cadendo e dichiara che i Marò debbono rimanere ed essere processati in Italia.

A questo punto gli industani strappano la regola aurea della diplomazia  e privano il nostro ambasciatore  delle salvaguardie internazionali.

Tutti ci aspettiamo una reazione vera , all’altezza di una grande nazione , rispediamo i marò con un atto vile e crudele e ci  firmiamo un  patto di capitolazione

Manca solo che il Governo italiano ammetta che i Marò sono dei sadici assassini, però sembra che abbiamo salvato affari a molti zeri.

Monti ritorni a fare il professore , Terzi e Staff De Mistura dovrebbero sparire , gli ITALIANI  dovrebbero scendere in piazza e cacciare i mercanti dal Tempio.

Infine se questa è la tutela che hanno i nostri soldati in missione internazionale, lasciamo che le loro guerre  le facciano con i loro soldati.