LA MADONNA DI LORETO E L’ANTICO PRIVILEGIO DEL DUCATO DI SORA

Oggi, 10 dicembre, si festeggia la Madonna di Loreto, patrona in particolare di Arpino ed Isola del Liri. In particolare, la devozione alla Vergine Lauretana è diffusa in tutto il territorio del sorano, da tempi antichi, devozione resa ancora più salda dall’intercessione della Madonna che risparmiò il territorio dell’antico ducato di Sora dalla terribile pestilenza che flagellò il Regno di Napoli nel 1656. Il ducato subiva ancora l’eco di un violento terremoto che due anni prima, nel 1654, aveva provocato ingenti danni, quando la minaccia della pestilenza di faceva sempre più vicina.

Il duca, Ugo Boncompagni, devoto della Madonna di Loreto, pensò ad un voto consistente nella promessa di donare alla “Santa Casa” una lampada d’argento con il corredo d’olio necessario a farla ardere continuamente, se il contagio avesse risparmiato il Ducato. L’intero feudo restò immune, per questo il duca fece dono al Santuario di Loreto di una lampada d’argento (poi trafugata dai soldati di Napoleone nel 1797) che avrebbe mantenuta accesa a sue spese, con il contributo anche degli abitanti del ducato.

Il documento del voto e della donazione, è stato ritrovato tra i Protocolli notarili conservati nell’Archivio di Montecassino. Nel Protocollo datato «1656» del notaio arpinate Giuseppe Antonio Pacifico c’è la copia, autenticata dallo stesso notaio, dell’atto con il quale il duca di Sora e signore di Arpino Ugo Boncompagni, al fine di avere l’immunità dal contagio, fece voto alla Madonna di Loreto di offrire una lampada d’argento da tenere accesa in perpetuo, e il cui prezzo (600 scudi) sarebbe stato pagato in maggior parte da lui (400), e il resto (200) ripartito tra gli abitanti delle terre a lui sottoposte (ducato di Sora e Arce, stati di Aquino e Arpino). Il duca prometteva di andare in pellegrinaggio a Loreto per dare compimento al voto, accompagnato dai rappresentanti di ciascuna terra del suo stato, mentre ogni anno per il pagamento dell’olio vi si sarebbe recata una persona a turno per ogni luogo dello stato. Tale voto fu pubblicamente approvato in un consiglio generale dei cittadini di Arpino riunito nel palazzo ducale, davanti al governatore della città Marc’Antonio Simeone, il 4 giugno dell’anno 1656 (Fonte: Centro Documentazione e Studi Cassinati).

Nel 2001 la diocesi di Sora Aquino Pontecorvo, con il vescovo Luca Brandolini, offrì al santuario due lampade in argento puro, alla presenza del Sindaco di Sora e dei Sindaci dei Comuni dell’antico Ducato, del Nunzio apostolico mons. Paolo Romeo e di mons. Angelo Comastri, Arcivescovo-Delegato Pontificio di Loreto.

Carla Cristini