La Città di Sora è morta, lunga vita alla Città.

Siamo quasi arrivati alla scadenza di due anni di amministrazione della Giunta del Sindaco Tersigni, sicuramente è tempo di bilanci, seppur parziali.

Lo stato del Paese è precario, il clima generale che si respira è pesante, tutti i giorni viviamo la difficoltà di affrontare una crisi che non da via di scampo.

Il nostro tempo è segnato si dai problemi legati all’economia, ma l’angoscia principale è la manca di speranza.

Naturalmente anche per la nostra Città la situazione non è dissimile, con l’aggravante che Sora vive da anni una triste decadenza, ancor prima che la crisi si manifestasse nel resto del Paese. Le amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi dieci anni non hanno saputo approfittare di periodi più favorevoli. La Città manca di quelle infrastrutture minime che dovrebbe avere una piccola cittadina della provincia Italiana. La viabilità è caotica, i lavori pubblici pianificati senza un progetto organico apparente, le percentuali della raccolta differenziata dei rifiuti sono ferme da anni, non si incrementa il numero delle famiglie coinvolte nella raccolta porta a porta, l’isola ecologica non è in grado di raccogliere la totalità dei rifiuti conferiti, la vita culturale è praticamente inesistente, salvo poche iniziative frutto del lavoro caparbio di pochi non ancora rassegnati. Così si potrebbe proseguire, la lista è lunga e certamente questa situazione ha radici antiche. La responsabilità non è totalmente dell’attuale amministrazione, ma all’attuale amministrazione si può imputare un grande demerito, come le ultime e più recenti amministrazioni si è rinchiusa nel palazzo! La casa Comunale assomiglia sempre di più a “forte apache”, una casamatta circondata dal nulla!

La Città è all’asfissia, avrebbe bisogno di idee innovative, di uno sforzo collettivo per avere una speranza di rinascita. L’amministrazione dovrebbe guidare questa rinascita, dovrebbe avere l’umiltà di fermarsi un attimo a riflettere che la via è differente. In passato altre amministrazioni hanno dotato la macchina amministrativa di strumenti innovativi, lo statuto del Consiglio Comunale e quello del Comune di Sora sono un’eccellenza già diversi anni fa prevedevano, ad esempio, l’istituzione di consulte per agevolare l’azione amministrativa, dove sono queste consulte? Si nota la necessità degli Assessori e dei Delegati ad avere un confronto con i Cittadini, ma perché non si usano gli strumenti a ciò preposti?

La nostra società è caratterizzata dalla velocità con cui le informazioni girano e giungono alla portata dei più. Chiunque possieda un pc potrebbe accedere al sito del Comune ed avere servizi a costo basso ed efficienti. Chiunque potrebbe portare contributi positivi agli Amministratori ma tutto ciò è ostacolato non si sa bene da quali insormontabili problemi. O c’è solamente la volontà di non coinvolgere i Cittadini?

I cittadini possono e devono essere coinvolti proprio per l’eccezionalità della contingenza, il buon Amministratore dovrebbe favorire questa partecipazione e raccogliere le istanze portate, non solo per fare meglio ,ma per ridare una speranza al Cittadino esausto. L’apparato burocratico ha in sé le competenze per risolvere i problemi posti e migliorare il tenore di vita della Città ma andrebbe giustamente guidato, organizzato e diretto. L’attuale Amministrazione ha questa forza? Ha questa volontà? Dall’esterno la classe Dirigente sembrerebbe piuttosto schierata ad una difesa ad oltranza, difesa di quel poco che è rimasto, gestendo tra pochi, con qualche eccezione dovuta più al caso che ad un disegno preciso.

Dalla Città si ode un grido di dolore: chi saprà risollevarla?