LA CERTOSA DI TRISULTI RIAPRE AL PUBBLICO

A partire da martedì 9 novembre 2021, il secolare complesso monastico della Certosa di Trisulti, rientrato nella piena gestione della Direzione regionale Musei Lazio, tornerà ad essere visitabile, grazie alla collaborazione tra Ministero della Cultura, Direzione regionale Musei Lazio, Regione Lazio e Laziocrea.
Ne daranno comunicazione ufficiale il direttore generale Musei Massimo Osanna, il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il direttore regionale Musei Lazio Stefano Petrocchi, nella conferenza stampa che si terrà presso la Certosa lunedì 8 novembre alle ore 10.45, nella quale verrà presentato il nuovo percorso per il pubblico che prevede la possibilità di visitare i più peculiari edifici del complesso certosino, compresi alcuni spazi inediti del perimetro monasteriale.
La Certosa sarà aperta tutti i giorni della settimana con ingresso libero; il percorso di visita è assistito da materiali disponibili all’ingresso e nei fine settimana (sabato, domeniche e festivi), su prenotazione, si potrà fruire di visite guidate. Il circuito di visita, si amplierà successivamente ad altri ambiti della Certosa, appesa saranno ultimati i lavori in alcuni settori del complesso avviati dalla Direzione Regionale Musei Lazio appena rientrata in possesso dell’immobile.
Con la riapertura del Sito, riprenderanno anche nella Chiesa di San Bartolomeo le funzioni religiose nei giorni festivi (la Messa sarà celebrata alle ore 11), restituendo il ruolo di luogo di culto tanto sentito dal territorio e dalla comunità locale.
La Certosa di Trisulti risale agli inizi del 1200, quando papa Innocenzo III assegnò ai Certosini della primitiva abbazia benedettina fondata da san Domenico di Sora poco prima dell’anno Mille, a poca distanza dall’attuale complesso. Due secoli dopo, nel 1204, venne costruita l’attuale Certosa, con al centro la chiesa di San Bartolomeo consacrata nel 1211.
Tra gli edifici spicca la Farmacia settecentesca che testimonia l’attività principale della Certosa fino in epoca moderna, relativa alla produzione di medicamenti e liquori. Di fronte all’ingresso è il giardino all’italiana, dove si conservano erbe medicinali usate per l’attività farmaceutica dei monaci, oggi restituito al suo originario aspetto. L’interno conserva l’arredo ottocentesco, le vetrine con vasi da farmacia e gli armadi contenenti le scatole per le erbe. Nell’ingresso e nel salotto di attesa rifulgeva raffinata decorazione del pittore napoletano Filippo Balbi, che rappresentò in suggestivi trompe-l’oeil il monaco responsabile della farmacia intorno al 1857, Benedetto Ricciardi, preziose nature morte, animali, figure caricaturali di popolani raffigurati con vivido realismo e secondo complesse simbologie alchemiche cui alludono numerose iscrizioni con motti.
Nella grande corte, dove domina la fontana settecentesca, sarà visitabile la chiesa di San Bartolomeo dove sono conservati intorno alla navata due preziosi cori lignei realizzati da maestri certosini, il primo della metà del Cinquecento, il secondo del 1688. Alle pareti dipinti e affreschi che rappresentano glorie dei santi tra cui domina quello raffigurante il martirio dei certosini a Londra, dipinto con eleganza rubensiana e drammatico realismo ancora dal Balbi intorno al 1863.
L’edificio monasteriale, di fianco la chiesa, è aperto per la prima volta al pubblico così come il grande chiostro rettangolare. Viene reso visitabile anche il monumentale refettorio, mentre tra breve sarà visitabile il piccolo chiostro con il cimitero dei monaci e la sala capitolare decorata con dipinti murali e altari realizzati alle fine del Settecento, appena restaurata grazie ai proventi della raccolta ArtBonus e ad un finanziamento della Regione Lazio.
Fonte: Direzione Regionale Musei Lazio