CORONAVIRUS – QUALI LE VIE POSSIBILI PER UNA RIPRESA ECONOMICA?

Ripresa economica post crisi grazie alle teorie keynesiane. Modello del ”New Deal”

In questi giorni il tema dominante in Italia è la Fase 2, l’allentamento delle restrizioni adottate per contenere i contagi da COVID-19, e la ripresa delle attività produttive ed economiche del Paese.

Ma quali misure dovrebbero meglio incentivare la ripresa. Proviamo ad evocare un po di eventi storici al riguardo. Ripercorriamo la crisi economica del 1929 negli Stati Uniti, “The big crash” di Wall Street. 

Secondo John Maynard Keyne Keynes, tra i più noti economisti del secolo scorso, quando si presentano carenze di domanda aggregata tali da lasciare che l’economia si allontani dalla piena occupazione del lavoro e dal pieno utilizzo della capacità produttiva, diventa necessario l’intervento pubblico a sostegno della domanda tramite politiche monetarie e/o fiscali espansive. 

In contrapposizione alle teorie keynesiane le politiche della maggior parte dei governi cosiddetti liberisti si basano sul concetto del “laissez faire” ovvero del “lascia fare al mercato”, secondo il quale lo Stato non deve intervenire negli affari dell’economia, perché la naturale ricerca del benessere di ogni individuo sarebbe sufficiente a trovare i giusti equilibri di mercato garantendo crescita economica e prosperità globale.

Le teorie keynesiane furono la base ideologica della ripresa economica degli Stati Uniti dopo il crollo di Wall Street nel “martedì nero” del 1929 (29 ottobre 1929).

Nel 1932, Franklin Delano Roosevelt, militante nel partito democratico, venne eletto presidente e seppe imprimere un nuovo corso all’economia americana e alla sua politica, introducendo una forte regolamentazione governativa ed un pacchetto di progetti ambiziosi di lavori pubblici, per accrescere la richiesta di manodopera e migliorare le infrastrutture di tutta la federazione degli Stati.

Il nome con cui è conosciuto questo nuovo corso è quello noto di “New Deal” e si inspira alle teorie keynesiane.

A livello pratico, fu abbandonato il sistema di cambi fissi in modo da favorire maggior libertà nell’utilizzo della spesa pubblica, volta soprattutto, alla realizzazione di opere pubbliche; fu elaborato un programma di sostegno ai prezzi agricoli ed un sistema di sussidi per chi avesse ridotto la produzione; si monitorò il settore industriale, invitando le industrie a tenere alti sia i prezzi che i salari; si cercò, complessivamente, di attuare un primo modello di Welfare State, attraverso sussidi per la disoccupazione, salari minimi garantiti, servizi sociali gratuiti.

Quel che accadde, grazie a Roosevelt e al suo “New Deal”, fu che presto l’economia americana ricominciò a crescere e la depressione a diventare ricordo.

Forse potrebbe essere utile ispirarsi a quelle misure, con i necessari adattamenti ovviamente, anche per uscire dall’attuale crisi economica COVID-19.