CAMPOLI – GLI AUTOVELOX SULLA 666 FINISCONO IN TRIBUNALE, LA SPUNTA IL COMUNE

L’avvocato Federico Lucci

Erano stati posizionati sulla regionale 666 Sora – Forca D’Acero per garantire maggior sicurezza e ridurre il numero di incidenti stradali. Sono diventati oggetto del contendere fra il Comune di Campoli Appennino e la società Ali srl in una causa che si è conclusa ieri con una sentenza a favore dell’ente. La società Ali ha citato in giudizio il Comune per vedersi riconosciuto il mancato guadagno quantificato in 63 mila euro per un inadempimento di un contratto stipulato il 17 giugno 2004. L’accordo era relativo alla gestione del servizio di elaborazione dati, con noleggio di apparecchiature, per il controllo elettronico della velocità sul pericoloso tratto stradale teatro di incidenti purtroppo anche mortali.
Il controllo elettronico della velocità è stato effettuato dal Comune di Campoli attraverso pattuglie mobili in un periodo compreso fra il 2004 e il 2006. I controlli ad un certo punto cessarono, prima della fine del contratto, in quanto cessò il cosiddetto “effetto sorpresa” per i conducenti rispetto alle zone di rilevamento. Basti pensare che nel mese di agosto 2004 vennero elevati 341 verbali mentre nel 2005 scesero a 24. Le auto e le moto sapevano dove si trovavano gli autovelox.

Un articolo contrattuale prevedeva la partecipazione economica in percentuale sui verbali incassati da parte della ditta appaltatrice. In sostanza più verbali venivano elevati dal comune più la società guadagnava. Ma il calo delle sanzioni spinse il Comune di Campoli a cessare il rilevamento. L’inadempimento contrattuale avrebbe determinato una richiesta di risarcimento danni da parte della società di 63.000 €. Il Comune di Campoli attraverso il proprio legale, l’avvocato  Federico Lucci, ha sollevato un profilo di illegittimità nell’articolo del contratto che prevedeva, come detto, la partecipazione economica in percentuale sulle multe perché viola i principi di imparzialità e legalità nell’ambito della funzione pubblica. E questa argomentazione è stata accolta pienamente dal tribunale di Cassino. Il giudice ha, infatti, rigettato la domanda della società confermando che gli apparecchi di rilevazione della velocità non possono divenire strumenti di guadagno per il Comune e per i locatari degli stessi perché verrebbe meno la portata preventiva e sanzionatorie della multa. Il tribunale di Cassino ha concluso sostenendo che la pattuizione del prezzo in virtù degli incassi costituisce una violazione di legge, trattandosi di un parametro contrario ai principi della Costituzione. La sicurezza viene prima di tutto. In conclusione ne deriva che ogni previsione contrattuale che vincola il comune ad un numero prestabilito di servizi è nulla. Molto soddisfatto il sindaco di Campoli Appennino Pancrazia di Benedetto per un risultato che ha messo al centro non gli interessi di natura privatistica ma quelli pubblici ed in particolare quelli legati alla sicurezza degli utenti della strada.

Roberta Pugliesi